Il metodo del consenso

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Assemblea MAG del 28 Ottobre

Lo scorso 28 ottobre l’assemblea Mag ha discusso di partecipazione e del metodo del consenso. Questo è il metodo con cui decidiamo; consiste nel sentire il proprio dovere di esprimersi e nel diritto di essere ascoltati ed è una delle tante originalità di MAG Fi, perché ci aiuta nella redistribuzione del potere. Per ridurre il rischio che si crei distanza tra l’assemblea e i gruppi di lavoro (del mercoledì, dei referenti che conducono l’istruttoria sui prestiti) occorre che tutti si sentano veramente coinvolti e partecipino in prima persona, limitando il meccanismo della delega. Nessuno, nell’assemblea dovrebbe avere l’impressione o pensare di essere chiamato a ratificare decisioni già prese. Il rischio dell’accentramento del potere nasce se non si fa sentire ai soci che c’è bisogno della loro partecipazione reale e critica.
Dal canto suo, l’assemblea dei soci deve avere una fiducia di fondo (non la delega) verso i gruppi di istruttoria. Fiducia su come vengono fatte le cose, sull’attenzione per le relazioni che vengono costruite.
Questa reciprocità (la cessione di potere e la cessione di fiducia) è necessaria perché le cose funzionino bene, per evitare che certe decisioni vengano sentite come imposte e per avere assemblee sempre più partecipate.Nelle altre mag, è il CDA che ratifica il prestito, che poi viene raccontato all’assemblea.  Noi vorremmo essere diversi. Ma sentiamo che la cosa non sempre funziona. Vogliamo trovare soluzioni, che poi magari possono essere utili anche alle varie realtà di microcredito.
Come può avvenire che il gruppo ceda potere? Sono state fatte molte proposte, in uno stimolante confronto:
Qualcuno dice non è tanto un problema di potere, quanto di conoscenza.  Si potrebbe preparare in anticipo l’assemblea con una nota scritta, oppure anziché un’unica assemblea finale, si potrebbe fare anche un’assemblea all’inizio dell’istruttoria, o al momento in cui i gruppi di istruttoria restituiscono al gruppo del mercoledì.

Altri osservano che raramente un prestito viene messo in approvazione senza che esistano punti critici. Occorrerebbe metterli in evidenza, esplicitando ed evidenziando i lati positivi e quelli negativi, motivando la scelta.

Se i soci sollevano delle perplessità, si potrebbe riprendere l’istruttoria, con la partecipazione dei soci perplessi. Alcuni preferirebbero che durante la discussione, i richiedenti prestito uscissero, per sentirsi più liberi di discutere. Qualcun’altro dice invece che occorre prendersi la responsabilità delle proprie decisioni.

Qualcuno ricorda che tutti i soci possono partecipare all’istruttoria, anzi sarebbe importante allargare la partecipazione ai gruppi di lavoro. Inoltre l’istruttoria ha molti aspetti umani e tempi stretti; si potrebbe fare una sorta di relazione (senza dati personali, per le questioni della privacy del richiedente prestito) da distribuire ai soci prima dell’assemblea.
Tante soluzioni insomma, tutte da valutare per arrivare ad una prassi la più efficace possibile, per applicare veramente il metodo del consenso nella nostra assemblea.

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